mercoledì 9 novembre 2016

L'oro verde di Sicilia- Prefazione






Secondo Joseph Conrad che nel 1922 scrisse una prefazione al manuale di cucina A Handbook of cookery for a small house di Jessie Conrad, soltanto i libri che
" trattano di cucina sono, da un punto di vista morale, al di sopra di ogni sospetto....lo scopo di un libro di cucina è unico e inequivocabile. Non è concepibile che abbia scopo diverso da quello di accrescere la felicità del genere umano"
Questo libro scritto curiosando anche in modo casuale fra manuali di cucina, romanzi antichi e moderni, avvenimenti storici, raccogliendo dettagli di via quotidiana di grandi personaggi colti nella loro banale quotidianità, non mira a tanto.

Il suo obiettivo è raccontare come un frutto possa essere un punto d'incontro e d'equilibrio fra passato e presente, fra l'azzardo ed il limite, la regola e la trasgressione, il sacro ed il profano e descrivere, attraverso il cibo. come un prodotto agroalimentare possa avere contribuito a delineare, varcandone anche i confini, il patrimonio gastronomico dei popoli mediterranei.

Scrive in un suo racconto Italo Calvino che
"Il vero viaggio, in quanto introiezione d'un"fuori" diverso dal nostro abituale, implica un cambiamento totale dell'alimentazione, un inghiottire il paese visitato nella sua fauna e flora e nella sua cultura...facendolo passare per le nabbra e l'esofago".
Sta in questi affascinanti riflessioni il significato di questo libro dedicato al pistacchio.

Il cibo inteso come linguaggio, l'alimentazione come conoscenza, il sapore come sapere, come apertura verso una cultura del'incontro e dell'accoglienza.

Nelle ricette presentate si può tentare di scoprire la cultura di tre continenti, ascoltare la storia che il pistacchio ci racconta e cercare di capire quel caleidoscopico ed affascinante mosaico di biodiversità che il mondo rappresenta.

L'autrice
Irene pellegrino faro 




lunedì 19 settembre 2016

mercoledì 7 settembre 2016

Quando si va a stare in una nuova casa...



I nostri nonni quando si trasferivano in una nuova casa, prima di ogni cosa portavano una bottiglia di olio, una bottiglia di vino, un pacco di sale e un pane. Varcavano la soglia col piede sinistro e dicevano: " Povero entro, ricco me ne debbo andare."  
Perché non imitarli? 

 

mercoledì 20 aprile 2016

sabato 9 aprile 2016

Linguine al limone e menta



Ingredienti per 2 persone

200 gr di linguine
succo di limone
foglioline di menta, 
1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva,
50 gr di parmigiano

Cuocete le linguine al dente, scolatele e fatele saltare, a fuoco vivace, con olio, limone e foglie di menta spezzettate a mano. Mescolate, versate le linguine nel piatto di portata, e servitele subito con una bella spolverata di grana

venerdì 25 marzo 2016

Deh! Cristiani dolenti viniti.....

Crocifisso ligneo XVIII sec.   Ispica- chiesa Madre

Deh! Cristiani dolenti viniti;
cuntimplamu li peni d'un Diu,
dda nell' ortu guardati, viditi,
è prostratu lu nostru Gesù,
suda sangu- ed in terra tra fangu-
cadi afflittu un pò reggiri cchiù.

Comu infami a lu morti dannatu,
na li spaddi la cruci s'addossa,
cadi 'nterra chiù voti spossatu
lu puntenti lu Re di lu re.
E s'alzava, guardannu circava
l'alma ingrata dicennu: idda unn'è?

Iu cunfessu l'infami reatu:
iu v'afflissi, e lu sangu pistai,
iu vi desi l'acitu mirratu,
mi ni pentu: pirdunu, pietà
Cussì ' celu, livatu lu velu,
speru amari la vostra buntà

 

giovedì 24 marzo 2016

Ciciléu ciciléu.....







Col cristianesimo l’uovo acquista un grande rilievo: esprime infatti , l’immagine concreta della Resurrezione e quindi l’espressione tangibile della speranza. Sappiamo che la benedizione delle uova pasquali era imposta perfino ai bambini e agli animali. Il desiderio di uniformarsi alla passione del Cristo, inoltre spingeva i fedeli a fare il “ trapasso”, che consisteva nel non prendere cibo dal giovedì al sabato santo: questo digiuno soleva essere interrotto di tanto in tanto solo con Favi caliati, cioè fave abbrustolite , e con delle carrube, che non venivano considerate come “ grazia di Dio”. E’ presumibile che quando si benedicevano le uova pasquali si forgiassero anche  dei pani di forme speciali per la benedizione o per le offerte che si facevano in chiesa. Tanto che in alcuni paesi etnei  le bambine portando in chiesa “ il pane con l’uovo” a forma di cestino cantavano:
Ciciléu, ciciléu
Dopu Pasqua ti mangiu iù
In cui si fa riferimento all’uso di non mangiare il pane-dolce prima che si sciolgano le campane che indicano la fine del digiuno quaresimale, la qual cosa sarebbe stata considerata sacrilega.
Da:  Pani e dolci di Sicilia di Antonino Uccello- Ed Sellerio





mercoledì 23 marzo 2016

Aceddi cu l' ova..






…A seconda dei vari paesi della Sicilia, diversissimi i nomi dati a questi pani, ove le uova sode intere sono immerse e coperte, oppure affioranti, spesso colorate, e che assumono diversissime forme. ..Ricordo alcuni di questi pani con uova: panarìnu, panareddu ( siracusano, ragusano); aceddu cu l’òva e cuffitiedda
 ( siracusano); cicilìu (catanese); pupi e pupidda ( palermitano; e cuddura e cudduredda ( messinese); canniléri ( agrigentino). Il loro consumo è per la Pasqua; ma non mancano esempi più specifici, così a Salaparuta, dove al Gloria della messa del Sabato Santo si consumava in chiesa il cannatuni, altro nome dei “ pupi cu l’ova”.  E’ impossibile dare una ricetta: si tratta di pasta di pane comune, lavorata e ricamata, che ricoprirà delle uova colorate, e che sarà infine infornata.
Giuseppe Coria,  Profumi di Sicilia Il libro della cucina siciliana – Vito Cavallotto editore


lunedì 7 marzo 2016