giovedì 24 marzo 2016

Ciciléu ciciléu.....







Col cristianesimo l’uovo acquista un grande rilievo: esprime infatti , l’immagine concreta della Resurrezione e quindi l’espressione tangibile della speranza. Sappiamo che la benedizione delle uova pasquali era imposta perfino ai bambini e agli animali. Il desiderio di uniformarsi alla passione del Cristo, inoltre spingeva i fedeli a fare il “ trapasso”, che consisteva nel non prendere cibo dal giovedì al sabato santo: questo digiuno soleva essere interrotto di tanto in tanto solo con Favi caliati, cioè fave abbrustolite , e con delle carrube, che non venivano considerate come “ grazia di Dio”. E’ presumibile che quando si benedicevano le uova pasquali si forgiassero anche  dei pani di forme speciali per la benedizione o per le offerte che si facevano in chiesa. Tanto che in alcuni paesi etnei  le bambine portando in chiesa “ il pane con l’uovo” a forma di cestino cantavano:
Ciciléu, ciciléu
Dopu Pasqua ti mangiu iù
In cui si fa riferimento all’uso di non mangiare il pane-dolce prima che si sciolgano le campane che indicano la fine del digiuno quaresimale, la qual cosa sarebbe stata considerata sacrilega.
Da:  Pani e dolci di Sicilia di Antonino Uccello- Ed Sellerio





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