Col cristianesimo l’uovo acquista
un grande rilievo: esprime infatti , l’immagine concreta della Resurrezione e
quindi l’espressione tangibile della speranza. Sappiamo che la benedizione
delle uova pasquali era imposta perfino ai bambini e agli animali. Il desiderio
di uniformarsi alla passione del Cristo, inoltre spingeva i fedeli a fare il “
trapasso”, che consisteva nel non prendere cibo dal giovedì al sabato santo:
questo digiuno soleva essere interrotto di tanto in tanto solo con Favi caliati, cioè fave abbrustolite , e
con delle carrube, che non venivano considerate come “ grazia di Dio”. E’
presumibile che quando si benedicevano le uova pasquali si forgiassero
anche dei pani di forme speciali per la
benedizione o per le offerte che si facevano in chiesa. Tanto che in alcuni
paesi etnei le bambine portando in
chiesa “ il pane con l’uovo” a forma di cestino cantavano:
Ciciléu, ciciléu
Dopu Pasqua ti mangiu iù
In cui si fa riferimento all’uso
di non mangiare il pane-dolce prima che si sciolgano le campane che indicano la
fine del digiuno quaresimale, la qual cosa sarebbe stata considerata sacrilega.
Da: Pani e
dolci di Sicilia di Antonino Uccello-
Ed Sellerio


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