mercoledì 18 marzo 2015

La cavalcata di San Giuseppe a Scicli





…Era un grand’uomo il nonno…poteva lavorare diciotto ore al giorno, ed era un gran socialista, un gran cacciatore e grande a cavallo nella processione del san Giuseppe.
 Cavalcava nella processione di San Giuseppe- dissi io- ma era socialista! ….Come poteva cavalcare dietro a san Giuseppe..i socialisti non credono in san Giuseppe.
Che bestia che sei- disse allora mia madre- Tuo nonno non era un socialista come tutti gli altri. Era un grand’uomo. Poteva credere in san Giuseppe ed essere socialista…ed era socialista perché capiva la politica..ma poteva credere in san Giuseppe.
 Ma i preti  però immagino che lo trovavano contrario- dissi io. E mia madre:-  E che gliene importava a lui dei preti? Ma la processione era una cosa dei preti!
 Sei un bell’ignorante! – esclamò mia madre.— La cavalcata era di cavalli e di uomini a cavallo. Era una cavalcata----
 da  Conversazioni in Sicilia di Elio Vittorini



La vigilia della festa di san Giuseppe a Scicli una cavalcata si snoda lungo le strade del paese, in ricordo della fuga in Egitto. Decine e decine di superbi cavalli, ma anche piccoli asinelli e pony, vengono  bardati con fiori particolari, fra cui le viole ciocche “ u balicu”.  La bellezza e l’originalità della festa consiste nel modo in cui sono rivestiti i cavalli: una trama fittissima di fiori, che ricopre in alcuni esemplari,  l’intero corpo e la testa del cavallo, e riprende disegni e riproduzioni tratte dalla vita del Santo e simboli religiosi.  



 Ogni cavallo ha un proprio gruppo di fedelissimi che lo  guida, lo controlla e lo dirige, ma una sola persona in groppa o al massimo due bambini. I gruppi  indossano abiti tipici siciliani, pantaloni di velluto, gilet scuro su camicia bianca, una larga cintura da cui pende un fazzoletto rosso, sulla testa una  burritta co’ giummu” e in bocca una pipa di canna o un lungo sigaro. 



 Quando passa la cavalcata la gente grida “ Patrià..Patrià…  Patriarca” e si sente un grande scampanio di campane e campanacci legati al collo dei cavalli.  La cavalcata di San Giuseppe saluta anche l’arrivo della primavera,  esprime la gioia  per  l’inverno ormai alle spalle e unisce in una sintesi mirabile il sacro ed il profano,  collega ininterrottamente  il passato al presente.
Irene Faro







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