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| Giuseppe Pitré |
Protettore
degli orfani e delle ragazze, S Giuseppe è invocato dagli uni perché li
soccorra, dalle altre perché trovi per loro un buon marito. Bisogna non avere
udito mai una delle orazioni che si recitano il mercoledì per non sapere delle grazie che egli ha fatto a delle
fanciulle sue devote. Sono tante le storie devote che si raccontano sui
miracoli operati da San Giuseppe, questa è una delle tante, raccontata da
Giuseppe Pitré:
Un vecchio poverissimo, sentendosi presso a
morire, mandò a chiamare un notaio per fare testamento: Le sue intenzioni furon
queste:
A sta mé figghia e a
sta mugghieri mia
Cci lassu a San
Giuseppi pri tuturi;
Pozza San Giusippuzzu
cu Maria
Arristàricci sempri
protettori.
Otto giorni dopo la sua morte, un vecchierello si fpresenta alla porta della
vedova e dell’orfana, scambia qualche parola e lascia loro del denaro.. Una
settimana appresso va a proporre un partito per la ragazza. La proposta sembra strana perché le donne
sono povere in canna, ma il vecchio le rassicura dicendo che si farà vivo fra
qualche giorno.
Il figlio di un principe della città è gravemente ammalato ed ecco il
vecchio si presenta al portone di casa, contrastato dal guarda porte che non
vuole lasciarlo passare. Le voci giungono al padre del principino che ordina di
far passare il vecchio. Questi si accosta al moribondo lo accarezza, lo
solleva, l’aiuta a vestirsi: il giovane è prodigiosamente guarito e salvo.
Vidennu ddu miraculu
‘eccillenti
Stupiti nn’arristaru
tutti ‘i genti.
Volgendosi quindi ai genitori, il vecchio propone il matrimonio del
principino con una ragazza che
..havi tri beddi
qualitati:
Onuri, puvirtati e
santitati.
La proposta è accettata con gioia; la sposa è fatta venire, e dietro
lei Gesù, S Giuseppe e Maria. Nel momento in cui il vescovo sta per benedire
gli sposi, il Santo Bambino ordina che si fermino perché a Lui spetta di impalmarli
se vorranno essere felici; e così
Lu Bammineddu l’ha
binidiciutu,
Subitu d’’u palazzu si
n’nnha jutu
‘Na niula d’ ‘u
palazzu cumpariu;
Lu lettu cu la casa
straluciu.
Naturalmente non bisogna credere che siffatte grazie vengano concesse
a chiunque. Importa anzitutto che si sia molto devoti al Santo e lo si preghi
con calore e devozione e che poi, ottenuta la grazia se ne serbi grata e
riverente devozione.
Varie e numerose sono le preghiere a S. Giuseppe secondo le
aspirazioni ed i desideri di chi le fa; una preghiera tradizionale recita:
San Giuseppi, aiutati
li schetti,
Cà li maritati
s’ajutunu iddi
O
Patriarca ‘mmaculatu
Di Gesù custòdiu
amatu,
Castu spusu di Maria,
Prutiggiti e sarvati
l’anima mia.
Un’altra:
Giuseppi santu,
‘Mmrazza purtastivu
Lu Spiritu Santu,
Spusu e guardianu di
Maria,
La grazia chi dumannu
Cuncessa mi sia.
Un’altra ancora, composta da due differenti strofette:
San Giuseppi,’un m’abbannunati
‘Ntra li bisogni e li
me’ necessitati.
Binidittu e lodatu sia
Lu nnomu di gesù,
Giuseppie Maria.
San Giusippuzzu vui
siti lu patri,
Siti virgini comu la
matri,
Maria è la rosa, vui
siti lu gigghiu
Datimi ajutu, riparu e
cunsigghiu.
San Giusippuzzu di
Muntiliuni,
M’arriparati cu lu
vostru vastuni:
San Giusippuzzu di
Muntiliati,
Cu lu vastuni vui
m’arriparati.
San Giuseppe è dunque il santo tutelare dei poveri, degli orfani,
delle ragazze e principalmente di chi volge in grandi ristrettezze. I beni che
la provvidenza manda non vengono se non grazie a Lui, caritatevole,
soccorrevole quanti altri mai!
Certamente da questa sua particolare prerogativa può essere nato l’uso del
banchetto detto di San Giuseppe e di altri usi popolari nel giorno di San
Giuseppe.
Irene faro
tratto da “Spettacoli
e Feste del Popolo Siciliano” di Giuseppe Pitré