venerdì 25 marzo 2016

Deh! Cristiani dolenti viniti.....

Crocifisso ligneo XVIII sec.   Ispica- chiesa Madre

Deh! Cristiani dolenti viniti;
cuntimplamu li peni d'un Diu,
dda nell' ortu guardati, viditi,
è prostratu lu nostru Gesù,
suda sangu- ed in terra tra fangu-
cadi afflittu un pò reggiri cchiù.

Comu infami a lu morti dannatu,
na li spaddi la cruci s'addossa,
cadi 'nterra chiù voti spossatu
lu puntenti lu Re di lu re.
E s'alzava, guardannu circava
l'alma ingrata dicennu: idda unn'è?

Iu cunfessu l'infami reatu:
iu v'afflissi, e lu sangu pistai,
iu vi desi l'acitu mirratu,
mi ni pentu: pirdunu, pietà
Cussì ' celu, livatu lu velu,
speru amari la vostra buntà

 

giovedì 24 marzo 2016

Ciciléu ciciléu.....







Col cristianesimo l’uovo acquista un grande rilievo: esprime infatti , l’immagine concreta della Resurrezione e quindi l’espressione tangibile della speranza. Sappiamo che la benedizione delle uova pasquali era imposta perfino ai bambini e agli animali. Il desiderio di uniformarsi alla passione del Cristo, inoltre spingeva i fedeli a fare il “ trapasso”, che consisteva nel non prendere cibo dal giovedì al sabato santo: questo digiuno soleva essere interrotto di tanto in tanto solo con Favi caliati, cioè fave abbrustolite , e con delle carrube, che non venivano considerate come “ grazia di Dio”. E’ presumibile che quando si benedicevano le uova pasquali si forgiassero anche  dei pani di forme speciali per la benedizione o per le offerte che si facevano in chiesa. Tanto che in alcuni paesi etnei  le bambine portando in chiesa “ il pane con l’uovo” a forma di cestino cantavano:
Ciciléu, ciciléu
Dopu Pasqua ti mangiu iù
In cui si fa riferimento all’uso di non mangiare il pane-dolce prima che si sciolgano le campane che indicano la fine del digiuno quaresimale, la qual cosa sarebbe stata considerata sacrilega.
Da:  Pani e dolci di Sicilia di Antonino Uccello- Ed Sellerio





mercoledì 23 marzo 2016

Aceddi cu l' ova..






…A seconda dei vari paesi della Sicilia, diversissimi i nomi dati a questi pani, ove le uova sode intere sono immerse e coperte, oppure affioranti, spesso colorate, e che assumono diversissime forme. ..Ricordo alcuni di questi pani con uova: panarìnu, panareddu ( siracusano, ragusano); aceddu cu l’òva e cuffitiedda
 ( siracusano); cicilìu (catanese); pupi e pupidda ( palermitano; e cuddura e cudduredda ( messinese); canniléri ( agrigentino). Il loro consumo è per la Pasqua; ma non mancano esempi più specifici, così a Salaparuta, dove al Gloria della messa del Sabato Santo si consumava in chiesa il cannatuni, altro nome dei “ pupi cu l’ova”.  E’ impossibile dare una ricetta: si tratta di pasta di pane comune, lavorata e ricamata, che ricoprirà delle uova colorate, e che sarà infine infornata.
Giuseppe Coria,  Profumi di Sicilia Il libro della cucina siciliana – Vito Cavallotto editore


lunedì 7 marzo 2016

martedì 1 marzo 2016

Sciuri d'aranciu...


Fiore d'arancio 
le donne sono come le fortune!
che cambiano ad ogni pié sospinto!
Ti voglio bene e tu.......non te ne accorgi!